Vetro strutturale: diffusione nell’architettura

Il vetro è da sempre il materiale protagonista del mondo dell'architettura. Tra le varie tipologie, il vetro strutturale è quello più diffuso negli ultimi anni. Scopriamo insieme cos'è nello specifico e quali sono le sue caratteristiche.

Il vetro strutturale è caratterizzato da un’ampia resistenza, un fattore che ne giustifica la diffusione nel mondo dell’architettura. Si tratta di un materiale derivante dall’ossido di silicio, in grado di offrire numerosi vantaggi. 

In questo articolo cercheremo di capire insieme come viene utilizzato il materiale all’interno dell’architettura, ma prima vediamo quali sono i principali benefici che offre. 

Vantaggi del vetro strutturale 

Il termine strutturale deriva dalle caratteristiche tecniche della lastra di vetro. Il vetro strutturale è un materiale molto trasparente, cosa che consente di ottenere un notevole risparmio energetico a chi lo applica. Utilizzando questa tipologia di vetro, infatti, è possibile ottenere un grande quantitativo di luce naturale per più ore al giorno, con conseguenze positive sulle bollette. 

Ma il vetro strutturale viene impiegato nell’architettura anche per il suo aspetto esteriore. Si tratta infatti di un materiale molto elegante, in grado di fornire agli ambienti un’atmosfera unica e suggestiva. In termini di raffinatezza, il vetro strutturale è imparagonabile alle altre tipologie esistenti sul mercato. 

L’utilizzo del vetro strutturale nell’architettura 

Il vetro è da sempre il materiale protagonista del mondo dell’architettura. D’altronde, è stato utilizzato anche in molteplici opere storiche che ancora oggi si possono ammirare in giro per il mondo. Tra le varie tipologie di materiale, il vetro strutturale è senza dubbio quella maggiormente presa in considerazione negli ultimi anni, dati i molteplici vantaggi che abbiamo appena descritto. 

L’applicazione del vetro strutturale è sempre più evidente nelle nostre città. Basti pensare ad esempio alle grandi vetrate degli uffici oppure alle scale realizzate con gradini e parapetti di questo materiale. In alcuni casi, è possibile imbattersi anche in pavimenti in vetro strutturale. 

Sebbene in Italia non siano poche le strutture e gli edifici realizzati con il materiale in oggetto, sono soprattutto i paesi asiatici che dominano nel campo dell’applicazione del vetro strutturale. Un esempio classico in questo caso è il Taipei 101, un maestoso grattacielo, che con i suoi 509 metri si classifica tra i più alti al mondo. Tale struttura è stata realizzata con ben 16.000 pannelli di vetro. 

Un ulteriore esempio più vicino a noi dal punto di vista geografico è la Swiss Re Tower di Londra, costruita nel 2002 da Shuttleworth e Foster. L’edificio è stato realizzato con una particolare forma a cono, pensata per ridurre le turbolenze.
Insomma, il vetro strutturale è destinato ad essere sempre più protagonista del mondo dell’architettura. 

Le normative relative al vetro strutturale 

La progettazione di edifici con vetro strutturale deve avvenire in conformità con le normative dettate dalla legge italiana. Più nello specifico, le normative a cui fare riferimento sono contenute nelle Norme Tecniche per le Costruzioni, note anche con l’acronimo NTC 2008. Si tratta di una serie di disposizioni definite da un decreto ministeriale del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, raccolte all’interno di un testo unico in cui sono indicati una serie di principi in materia di collaudo, durabilità, resistenza, stabilità, ecc. 

Il testo unico impone al progettista di verificare, prima dell’avvio dei lavori, tutte le informazioni relative alle sensibilità del territorio. In particolare, è necessario valutare l’azione sismica e utilizzare il metodo semiprobabilistico agli Stati Limite (SL) basato sugli Eurocodici. Inoltre, in base alle norme citate, è obbligatorio valutare le condizioni delle strutture nella loro interezza e non sulla base delle singole parti. Di conseguenza, è necessaria un’attenta analisi dei materiali scelti, che devono essere individuati in conformità con la legge. Ecco cosa recita il paragrafo 4.6 Costruzioni di altri materiali:

I materiali non tradizionali o non trattati nelle presenti norme tecniche potranno essere utilizzati per la realizzazione di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, autorizzazione che riguarderà l’utilizzo del materiale nelle specifiche tipologie strutturali proposte sulla base di procedure definite dal Servizio Tecnico Centrale. Si intende qui riferirsi a materiali quali calcestruzzi di classe di resistenza superiore a C70/85, calcestruzzi fibrorinforzati, acciai da costruzione non previsti in 4.2, leghe di alluminio, leghe di rame, travi tralicciate in acciaio conglobate nel getto di calcestruzzo collaborante, materiali polimerici fibrorinforzati, pannelli con poliuretano o polistirolo collaborante, materiali murari non tradizionali, vetro strutturale, materiali diversi dall’acciaio con funzione di armatura da c.a.”