Cos’è e a cosa serve il vetro cavo?

Il vetro cavo rappresenta probabilmente la tipologia di vetro più utilizzata nella quotidianità. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Il vetro cavo rappresenta probabilmente la tipologia di vetro più utilizzata nella quotidianità. Infatti esso viene utilizzato per la produzione di tutti i contenitori in vetro che troviamo giornalmente sulle nostre tavole. Ma quali sono le caratteristiche di questo materiale? Come si produce? Cerchiamo di dare una risposta a queste domande.  

Vetro cavo: cos’è e a cosa serve

Con il termine vetro cavo si intende una tipologia di vetro sottoposta ad un processo di riscaldamento che consente al materiale di assumere una viscosità tale da consentirne la deformazione. Quest’ultima può essere effettuata tramite attrezzature specifiche o anche attraverso insufflaggio in stampi e vuoto pneumatico.

Come dicevamo poco fa, nella nostra vita quotidiana abbiamo tanti esempi di vetro cavo, dai bicchieri in cui beviamo fino ad oggetti d’arte lavorati a mano. Tuttavia, il vetro cavo può servire anche in ambito industriale o semi-industriale per la realizzazione di alcuni tipi di prodotti. Esso è molto diffuso anche nell’ambito degli arredi domestici, essendo impiegato ad esempio nella realizzazione delle plafoniere, nei lavabi o nelle vasche.

Come si produce il vetro cavo

Cerchiamo ora di capire come avviene il processo di produzione di questo tipo di materiale. La lavorazione del vetro cavo si suddivide in una serie di fasi. La prima è quella della fusione, in cui vengono dosate le materie prime. Dopodiché vengono miscelate e inserite nel forno fusorio, il quale è realizzato con materiali capaci di resistere fino a 1.600° C ed è alimentato a gas. Attraverso dei monitor è possibile controllare in maniera costante tutti i parametri, in modo da capire se la vetrificazione procede bene.

Segue poi la fase della formatura, in cui il liquido fuso passa nei canali di condizionamento termico per raggiungere la giusta viscosità. Dopodiché viene diviso in gocce di vetro incandescente, le quali in seguito raggiungono lo stampo della macchina formatrice. Questa fase avviene solitamente con il processo “soffio-soffio”, che però nel corso del tempo si è trasformato nel procedimento “presso-soffio”. Quest’ultimo veniva generalmente applicato ai contenitori con imboccature con dimensioni ampie, ma ultimamente viene utilizzato anche per le imboccature più strette. Tramite questi processi sarà dunque possibile avere dei contenitori più leggeri ma con prestazioni migliori. In questa fase il contenitore subisce forti tensioni, in quanto il contatto con la temperatura ambiente fa aumentare la velocità di raffreddamento della superficie esterna. Tali tensioni rischiano di inficiare sulla resistenza meccanica dell’oggetto, per cui è necessario procedere con la loro eliminazione. 

La terza fase è quella della ricottura, la quale consiste nel sottoporre il materiale ad un riscaldamento preliminare e poi ad un raffreddamento graduale, in modo da permettere la rimozione delle tensioni del vetro. Terminata questa fase, si passa poi al controllo qualità, in cui si effettuano verifiche su ogni prodotto, prendendo in considerazione la resistenza, le dimensioni, la forma, lo spessore e altri fattori. I prodotti che non superano i controlli vengono espulsi dalla linea di imballaggio, per essere reimmessi nella produzione mediante il riciclo. In questa fondamentale fase vengono solitamente impiegate alcune tecnologie di monitoraggio, le quali rendono il controllo più efficiente al fine di portare sul mercato prodotti di alta qualità, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti. 

Le differenze tra vetro cavo e vetro curvo

Il vetro cavo non deve essere confuso con il vetro curvo, il quale, pur essendo altrettanto diffuso, possiede caratteristiche diverse. Prima di capire quali sono le principali differenze tra le due tipologie è necessario fornire una definizione di vetro curvo, noto anche come vetro curvato. Con questo termine s’intende un vetro sottoposto ad un procedimento termico e di raffreddamento atto a rendere il materiale curvo.

Una prima differenza tra le due tipologie consiste nella caratteristica del vetro curvo di avere lo spessore della sezione costante sull’intera superficie, elemento che invece non troviamo nel vetro cavo. Quest’ultimo inoltre è caratterizzato da una curvatura contemporanea sui due lati della lastra

Un’ulteriore differenza sta nella capacità del vetro curvo di mantenere la trasparenza anche dopo la lavorazione, mentre invece nel caso del vetro cavo si effettua durante la lavorazione un segno con lo stampo sulla superficie e, se si intende far tornare la trasparenza originaria al materiale, è necessario procedere con la ribruciatura, che consiste in un nuovo processo di riscaldamento.